martedì 2 aprile 2013

Quando l'agricoltura e il turismo sono attività dominanti il ricatto del gas e del petrolio non hanno partita...

di Fabio Sebastiani

Hanno detto “no” i sindaci di dieci Comuni del circondario, con in prima fila quello di Arborea, Pierfrancesco Garau. Ha detto “no” la Provincia, con il presidente Massimiliano De Seneen e il presidente della commissione Ambiente Bepi Costella (ex sindaco di Arborea). Un “No” trasversale è arrivato anche dai partiti di maggioranza e opposizione, anche se con qualche indecisione da parte del Pdl. Insomma, il progetto “Eleonora” della Saras dei Moratti alla Sardegna non va proprio giù. Il progetto prevede una perforazione esplorativa con tecniche invasive a circa tremila metri di profondita' ad Arborea, all’interno di un
pregiatissimo parco naturalistico, alla ricerca di gas naturale.
Il 13 aprile la Saras - costretta da due anni di ferma opposizione del comitato e delle amministrazioni che hanno espresso contrarietà - presenterà la valutazione di impatto ambientale delle sue trivellazioni. Gli argomenti di chi si oppone, e sono in tanti, sono piuttosto consistenti. Quella zona ha una vocazione economica esclusivamente agricola e turistico-naturalistica. Le attività estrattive non sarebbero in nessun modo conciliabili con l'esistente umano e florofaunistico. Ed inoltre, le attività di ricerca, prima ancora che quelle di estrazione, sono fortemente invasive e ad alto potenziale di inquinamento; il modo in cui vengono perpetrate si chiama fracking e consiste nello sparare nel profondo sottosuolo dei fortissimi getti d'acqua per frantumare gli strati sotterranei e far emergere il gas (o il petrolio) eventualmente presente. Il sistema mina
la stabilità dei terreni, viola e compromette le falde acquifere ed è la provata causa dell'aumento dell'attività sismica in molti paesi. Il terzo motivo è una questione di principio: i sardi rivendicano il diritto di scegliere il proprio modello di sviluppo. Le principali risorse che tengono alta l’economia del paese sono l’agricoltura e l’allevamento. Secondo i dati riportati dal Comune di Arborea oltre trecento ditte operano nel settore agricolo e garantiscono un’occupazione pari al 74% del totale dei lavoratori. I danni sul territorio potrebbero quindi ripercuotersi irrimediabilmente sull’ economia e di conseguenza sulla società. A questo aspetto si aggiunge anche il pericolo che dalle trivellazioni fuoriesca l’idrogeno solforato, un gas altamente tossico e dannoso per la salute dell’uomo.
Il comitato, gli abitanti e i loro sostenitori hanno già compiuto un gesto simbolico. Lo scorso 17 marzo si è svolta la “Marcia del sale”, promossa dagli indipendentisti di ProgReS, ispirata alla vera marcia del sale che compì Mahatma Gandhi nel 1930 contro la tassa sul sale imposta dal governo britannico con lo scopo di raccogliere alcuni granelli di sale rivendicando il possesso della risorsa. Per il presidente della Provincia Massimiliano de Seneen, il gioco non vale la candela, in quanto l'eventuale fornitura di gas a costi inferiori non cambia la vita, sia perché sarebbe un'eventualità condizionata dal tempo, 30 anni e sia perché non regge al confronto con la realtà di Arborea, il cui sistema non ha limiti temporali ed è in crescita da 80 anni. “Non bastano certo pochi posti di lavoro e qualche royalty – aggiunge - perché a questo progetto siano attribuite certezze che sono poche mentre prevalgono i tanti elementi di incertezza con ritorni ipotizzati solo nella diminuzione temporale dei costi energetici".

0 commenti:

Posta un commento