domenica 10 agosto 2014

Dal coordinamento nazionale No TRIV di Crotone

Documento di Crotone (emesso prima della votazione dell'8 agosto)

In difesa della Costituzione, della Democrazia, dei Territori

È in corso un attacco alla nostra Costituzione, alla nostra democrazia, ai nostri territori.
Il quadro complessivo delle riforme costituzionali, unitamente alla riforma della legge elettorale, delinea una svolta autoritaria, che vanifica il sistema delle garanzie costituzionali e lascia presagire uno scenario istituzionale, a seguito del quale i cittadini avranno meno capacità decisionale.

Noi non siamo contrari ad una ipotesi di revisione della Costituzione, ma siamo contrari a questa revisione, che compromette la democrazia, minandola negli organi di rappresentanza territoriale, e che favorisce la blindatura della casta partitica in Parlamento.
Il disegno di legge di revisione costituzionale attualmente in discussione interviene principalmente su due questioni: il bicameralismo e l’assetto delle competenze legislative dello Stato e delle Regioni. Si tratta di due questioni strettamente connesse.

Il riordino delle competenze legislative previsto andrà a vantaggio dello Stato e a sicuro detrimento del ruolo delle Regioni. Se la riforma vedrà la luce, lo Stato potrà ergersi adecisore unico delle sorti dell’ordinamento locale, dei beni culturali e paesaggistici, delturismo, dell’energia, del governo del territorio, delle infrastrutture strategiche e di altre materie ancora.
La ratio sottesa alla proposta è quella di impedire che le Regioni possano in futuro legiferare su tali materie, partecipare ai procedimenti amministrativi, sostenereproposte alternative equo-sostenibili, opporsi alla realizzazione di numerosi progetti (come le grandi opere inutili e le infrastrutture strategiche), che le collettività locali e regionali contestano da tempo, per le evidenti implicazioni che hanno sui beni comuni e, in primo luogo, sulle risorse naturali.
È sufficiente pensare alla materia energetica.
Sebbene la riforma costituzionale del 2001 abbia attribuito l’energia alla competenza concorrente dello Stato e della Regione, la Corte costituzionale ha da tempo sostenuto che lo Stato possa sì disciplinare per intero la materia in presenza di interessi di carattere unitario, ma a condizione che alle Regioni sia lasciata la possibilità di esprimersi sulle scelte energetiche effettuate a Roma attraverso lo strumento dell’intesa. L’intesa della Regione si configura, infatti, come una sorta di compensazione per la “perdita” di competenza dovuta alla decisione dello Stato di attrarre a sé la competenza sulla materia energetica. Con il disegno di legge di revisione costituzionale questa (implicita) garanzia verrà, invece, meno. In questo modo, i progetti energetici potrebbero non richiedere più l’assenso della Regione.
Si pensi alla miriade di progetti petroliferi che il Governo ha in serbo di realizzare inBasilicata, in Abruzzo, in Sicilia, in Puglia o in Campania: in questi e in altri casi lo Stato farà sicuramente da sé.

Lo stesso può dirsi perle materie che residueranno in capo alle Regioni, posto che in ogni tempo lo Stato potrà esercitare la specialissima prerogativa che la riforma gli riserva: quella di privare la Regione della possibilità di legiferare anche nelle materie residuali solo perché così piace allo Stato, e cioè “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.

D’altra parte, il duro colpo che alla democrazia regionale e locale verrà inferto non potrà trovare rimedio neppure attraverso la partecipazione delle Regioni e dei Comuni in seno alnuovo Senato. Nonostante, infatti,che il nuovo art.57 Cost dichiari che i senatori rappresentano le “istituzioni territoriali”, le modalità di elezione individuate (attraverso i Consigli regionali) e il limitato numero di seggi a disposizione di ciascuna Regione (da attribuire “in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio”) finiranno, nei fatti, per favorire la presenza in seno al Senato dei partiti più grandi e rafforzare finanche l’egemonia degli stessi nella Camera dei Deputati, agevolati, in questo, da una legge elettorale in corso di approvazione profondamente ingiusta e antidemocratica.

Al grave colpo inferto alla democrazia rappresentativa si aggiunge, infine, la riduzione degli spazi di democrazia diretta e partecipativa, attraverso l’innalzamento delle firme necessarie per la richiesta del referendum abrogativo (da 500.000 a 800.000) e per la presentazione delle leggi di iniziativa popolare (da 50.000 a 250.000).

In conclusione, la riforma costituzionale del Governo Renzi si pone in palese violazione delprincipio autonomistico e del principio democratico, qualificati come principi fondamentali della nostra forma di Stato.Per questa ragione ci opponiamo fermamente alla revisione costituzionale in corso e invitiamo i parlamentari tutti a non votare il disegno di legge e i cittadini  a sostenere le ragioni del nostro dissenso.

A Sud
Alba – ReggioCalabria
Altro Verso
Appello per L’Aquila
Associazione Apca
Associazione Marco Polo
Associazione Paidea
CAST – ComitatoAmbiente Salute Territorio - Abruzzo
Circolo Ibis Crotone
Circolo “PeppinoImpastato” Abruzzo
Circolo “PeppinoImpastato” Sicilia
CircoloValorizzazione Terre pubbliche attraverso le popolazioni locali – Abruzzo
Cittadini liberi e pensanti Taranto
CIUFER
Comitato Abruzzeseper la Difesa dei Beni Comuni
Comitato NOMegacentrale - Guspini – Sardegna
Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili – Puglia
Comitato Viva laCostituzione del Veneto
Coordinamento Nazionale No Triv
Corigliano domani
Fabbricando L’Aquila
Fabbrikandol’Avvenire
Fondazione Capta
Forum Siciliano dei Movimenti per l’acqua
L’Albero Vagabondo –Campania
L.A. Democrazia Atea
Link Bari – Zona Franka
Mediterraneo NO TRIV
No Centrale Biomassa di Sorbo
NO MUOS
No scorie Trisaia– Rotondella
NO TRIV Abruzzo
NO TRIV Basilicata
NO TRIV Calabria
NO TRIV Campania
NO TRIV Puglia
NO TRIV Rossano
NO TRIV Valle delBelice
Rete della conoscenza
Rete Stop Biocidio – Abruzzo
Rete Stop Biocidio -Lazio
San Vito Bene Comune
WWF – Provincia diCrotone
Zona

[1] Il presente documento nascea seguitodell’iniziativa pubblica dal titolo “Difesa dei Beni Comuni e revisione della Costituzione”, tenutasi aCrotone il 12 e il 13 luglio 2014 e promossa dal Coordinamento Nazionale NoTriv.

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