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Garantire la salute, l'ambiente, il territorio, le economie delle comunità

No al massimo sfruttamento delle risorse

Per la fuoriuscita dalla economia degli idrocarburi

No alla privatizzazione delle risorse energetiche

che regala a pochi le ricchezze e lascia devastazioni e rischi ambientali

Per un uso sostenibile del territorio

le energie rinnovabili al servizio di un'economia dei beni comuni

Per il diritto sovrano a decidere

no ai modelli autoritari della liberalizzazione delle risorse

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mercoledì 31 luglio 2013

Enel e la questione Monte Amiata

Pubblicato su Altraeconomia.it (leggi articolo originale)


Chi arriva sul Monte Amiata, ammira i suoi 1738 metri, scopre la sua storia di antico vulcano, coglie i paesaggi mozzafiato coronati dai faggi, i profumi intensi, il verde, il giallo ed il marrone, tutto si aspetta tranne che l'area viva una querelle ambientale. La disputa riguarda le centrali geotermiche di Bagnore, che per l'Enel sono una fortuna. 
Velio Arezzini, consigliere di minoranza del Comune di Abbadia San Salvatore, e capogruppo della lista civica "Per Abbadia", ricorda che sull'Amiata si parla di geotermia già dalla fine degli anni Cinquanta. Sullo sfondo, un rapporto “contrastato” tra il gruppo multinazionale italiano ed il territorio amiatino, incastonato tra la Val d'Orcia, la Maremma e la Val di Chiana, nelle province di Grosseto e Siena.
Dapprima -sul finire degli anni Ottanta- i comuni dell'area riescono a bloccare il Piano di sviluppo “Enel 2000”, che prevedeva la perforazione di decine di pozzi e la messa in opera di ben 22 centrali.