Per la moratoria delle estrazioni a mare ed a terra

Garantire la salute, l'ambiente, il territorio, le economie delle comunità

No al massimo sfruttamento delle risorse

Per la fuoriuscita dalla economia degli idrocarburi

No alla privatizzazione delle risorse energetiche

che regala a pochi le ricchezze e lascia devastazioni e rischi ambientali

Per un uso sostenibile del territorio

le energie rinnovabili al servizio di un'economia dei beni comuni

Per il diritto sovrano a decidere

no ai modelli autoritari della liberalizzazione delle risorse

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venerdì 29 marzo 2013

Stop alle trivellazioni “delibera apripista”

Pubblicato su Estense.com (vedi articolo originale)

Cento. Il “Gruppo No Triv Cento” esprime la propria soddisfazione nei confronti della delibera del Consiglio Comunale “Stop alle nuove trivellazioni in zone terremotate”, che definisce “un atto importantissimo per la difesa del nostro territorio, così fragile e contemporaneamente sottoposto ad interessi economici dei “nuovi e vecchi ricercatori di idrocarburi'.
Secondo il gruppo il futuro è rappresentato dal risparmio energetico e dagli investimenti nelle fonti rinnovabili, in modo particolare dal fotovoltaico. “Non bisogna – è il monito del gruppo – rimanere legati alle fonti fossili, che porterebbero a rovinare il paesaggio, l’economia agricola e la nostra salute”.
La delibera “Stop alle trivellazioni in zone terremotate” rappresenta quindi per il Gruppo No Triv Cento” un’apripista fondamentale per tutti i territori del cratere sismico, perché interessati da richieste di permessi di ricerca idrocarburi, e costituisce una forte e precisa presa di posizione nei riguardi dei cittadini. “Auspichiamo – dichiara la portavoce Sandra Zagni – che l’esempio venga seguito dagli altri comuni e ci faremo noi stessi garanti della diffusione delle informazioni. A questo fine chiediamo all’Amministrazione comunale di Cento di creare uno spazio dedicato all’argomento, come peraltro ribadito durante la scorsa seduta del Consiglio comunale, sul sito web istituzionale, con un link apposito, affinché tutti i cittadini possano visionare gli atti riguardanti le ricerche idrocarburi inerenti al territorio centese, istanze di permessi di ricerca, mappe con i riferimenti topografici, nonché delibere e corrispondenza tra Comune, Regione e Ministeri”.

giovedì 28 marzo 2013

Petrolio, assalto all’Abruzzo: nuove istanze della Medoil

Pubblicato su PrimadaNoi (vedi articolo originale)

ABRUZZO. Un vero e proprio risiko sull'Abruzzo e sul vicino Molise quello lanciato in queste ore dalla società Medoilgas con la richiesta di Valutazione di Assoggettabilità a V.I.A. presentata ieri alla Regione Abruzzo su due progetti di ricerca di idrocarburi in terraferma denominati San Buono e Agnone.
Un'escalation che vede coinvolte due regioni, Molise e Abruzzo, per un'area complessiva di 151.000 ettari (l'estensione del Parco del Gran Sasso!). La provincia di Chieti è interessata per 60.000 ettari, coinvolgendo 39 comuni!

martedì 26 marzo 2013

Petrolio, ore decisive in Irpinia per l’emendamento

Pubblicato da Ottopagine (vedi originale)

Irpinia - C’è un emendamento che agli irpini, ai sanniti e ai salernitani preme molto di più, rispetto agli altri trecento depositati nelle Commissioni regionali, dove è in corso l’esame della ‘Finanziaria 2013’. L’emendamento che catalizza l’attenzione dei territori riguarda una proposta che, se approvata, obbligherà il Ministero dello Sviluppo Economico a rispettare la programmazione del territorio contenuta nel Ptr del 2008, quindi a rivedere tutti i permessi di ricerca petrolifera rilasciati dopo l’approvazione del Piano Territoriale della Campania.
Nelle zone in cui la vocazione individuata dalla Regione risulti incompatibile con una attività di tipo minerario, quindi con la ricerca e la coltivazione di idrocarburi, si imporrà al governo nazionale di fare marcia indietro, in linea con quanto stabilisce l’Intesa Stato-Regioni del 2001, che regola le materie concorrenti (come l’energia). Il Mise dovrà prendere atto delle prerogative regionali esercitate attraverso il Ptr, salvo proporre un conflitto di fronte all’Alta Corte, alla Consulta, come accaduto in occasione della moratoria sui nuovi permessi deliberata dalla Regione Basilicata. Ma per concretizzare quello che al momento resta soltanto uno scenario, i margini utili sono ridotti.
C’è tempo solo da qui a domani (quando il testo della Finanziaria approderà in aula) per mettere al sicuro l’approvazione di questa norma, che altrimenti rischia di ritrovarsi travolta nell’ingorgo alimentato dalle centinaia di emendamenti già depositati sugli argomenti più disparati. Se, come alcuni settori della minoranza temono, si porrà la dichiarazione di fiducia (e quindi in aula non potrà essere ulteriormente modificabile il testo così come risulterà dal passaggio in commissione), appare decisivo ottenere l’accoglimento della norma prima del dibattito consiliare.
Per questa ragione a Napoli si sta producendo il massimo sforzo per far passare il provvedimento sostenuto dagli irpini, ma scaturito da un’intesa bipartisan, raggiunta informalmente in commissione dai rappresentanti di tutte le forze politiche rappresentate e dall’assessore all’Ambiente Giovanni Romano lo scorso 12 marzo. Sottoscritto da tutti i consiglieri regionali irpini, su iniziativa della prima firmataria Rosetta D’Amelio, l’emendamento ha l’obiettivo di sollecitare al governo l’azzeramento di fatto dei permessi minerari nel Sannio, in Irpinia e nel Vallo di Diano (a cominciare da ‘Nusco’, ‘Santa Croce’, ‘Case Capozzi’ e ‘Pietra Spaccata). In queste ore le commissioni stanno lavorando sotto la pressione dei deputati e le attese delle zone interne.