Martedì 13 novembre si è tenuto il Consiglio Comunale di Bordolano per l'approvazione del nuovo PGT che è stato adeguato al progetto della Centrale e Stoccaggio di metano di Stogit.
I due consiglieri di minoranza Teresa Tinti e Luisa Pea hanno difeso le risorsa territorio e ambiente, beni comuni frutto nei secoli del lavoro dell'uomo, ma la maggioranza, forte di otto consiglieri, ha avuto la meglio approvando il PGT che prevede la centrale, i cluster e i nuovi pozzi per lo stoccaggio di metano ed elimina per sempre le aree agricole strategiche, l'ambiente e il territorio ricchi di storia prospicienti il Parco Oglio nord.
Segue dichiarazione di voto con il "No" alla stoccaggio di metano prodotta dai due consiglieri di minoranza e inviataci dai nostri amici COORDINAMENTEO COMITATI AMBIENTALISTI LOMBARDIA, che aderiscono alla rete "No Triv".
Consiglio Comunale di
Bordolano del 13 novembre 2012
Oggetto: Approvazione
del Piano di Governo del Territorio.
Dichiarazione di
voto del Gruppo Consiliare “Bordolano Noi”
Il PGT all'ordine del giorno del
consiglio comunale di oggi 13 novembre 2012 propone una pesante e grave
trasformazione del territorio comunale che inciderà sul futuro stesso di
Bordolano, fino ad oggi tranquillo Comune con prevalente vocazione agricola, le
cui bellezze naturalistiche con aree di pregio paesistico-ambientali sono
comprese nel Parco Oglio Nord.
IL PGT prevede la trasformazione
di importanti “aree agricole strategiche”, per 188.000 mq, in aree destinate ad
insediamenti industriali per lo stoccaggio di metano secondo il “Progetto
Bordolano stoccaggio” sul territorio comunale, industrie ed aree per le quali
viene esplicitamente richiesto la predisposizione dell'Elaborato tecnico
Rischio di Incidente Rilevante (ERIR) secondo quanto si legge nelle
Osservazioni di ARPA Cremona del 13 agosto 2012.
Anche la Delibera della Giunta
della regione Lombardia n. 9604 del 11 giugno 2009 dichiara lo stoccaggio di
metano “attività a rischio di incidente rilevante”, attività che richiede il
Piano di Emergenza Esterna secondo le norme della “Direttiva Seveso”-Decreto
legislativo n. 334 del 1999: questi due citati atti pubblci sono qui a
dimostrare ed a richiamare tutti, dagli amministratori ai cittadini, ai rischi
ed alla pericolosità degli impianti di stoccaggio che si vogliono costruire sul
nostro territorio con il “Progetto Bordolano centrale e stoccaggio metano”.
Da quando il “Progetto Bordolano”
ha mosso i primi passi, in modo nascosto per il comune cittadino visto che ne
parla molto a grandi linee il “Bollettino Comunale del 2006”, ad oggi 13
novembre 2012, la situazione è notevolmente cambiata.
Oggi il “Progetto Bordolano” è
circondato dal “Progetto stoccaggio Romanengo-Soncino”, dal “Progetto
stoccaggio Bagnolo Mella-Capriano del Colle”, dal “Progetto stoccaggio
Cornegliano Laudense”, dal “Progetto Sergnano – sovrapressione”, dal “Progetto
Ripalta Cremasca- sovrapressione”.
Dunque il “Progetto Bordolano”
assomiglia sempre di meno ad un “progetto strategico” e sempre di più ad una
parte di un “sistema degli stoccaggi” di quella che fonti ministeriali indicano
come “Provincia ad idrocarburi” che si estende da Milano al Nord Adriatico ed è
estesa per 115.000 kmq.
Tutto questo senza fornire alcuna
indicazione sulla reale strategicità dello stoccaggio di Bordolano, come degli
altri stoccaggio e concessioni di ricerca che si stanno moltiplicando con una
velocità incredibile sul territorio della Pianura Padana senza conoscere le
reali ragioni di tale forsennata ricerca.
E soprattutto in zone a sismicità
conclamata come Romanengo (ITIS 104) nota zona sismica della provincia di
Cremona originaria del terremoto di Soncino del 12 maggio 1802, come Capriano
del Colle (vicino a Salò ITIS 069) interessata dal terremoto del 31 gennaio
1117 e originaria del terremoto di Brescia del 25 dicembre 1222, località
queste a pochi chilometri da Bordolano, coinvolta nel terremoto del 12 maggio
1802 noto come terremoto di Soncino.
E' noto agli esperti che
Bordolano (ed il conseguente stoccaggio) è situato a breve distanza dalla
sorgente sismica composita ITCS002INF riconosciuta dall'Istituto Nazionale di
Geofisca come capace di produrre terremoti di magnitudo massima 6.1.
Dunque perchè insistere con
questi progetti rischiosi per i cittadini e per l'ambiente?
Abbiamo veramente bisogno di
questi stoccaggi?
Questo domanda è più che mai
lecita per quanto emerge chiaramente in queste settimane anche dalla volontà
del Governo con il progetto SEN (Sistema Energetico Nazionale) che non
definisce i reali fabbisogni energetici del Paese dato che l'Italia ha un
potenza elettrica installata doppia (circa 120 GigaWatt) rispetto ai consumi
annuali (56 GigaWatt) ed un consumo in calo del gas (secondo fonti
ministeriali) passato da un consumo consolidato di 83 miliardi di
metricubi/anno ai 76 miliardi di metricubi di metano del 2011 (-6%), con un
calo di un ulterirore 2,4% nel primo semestre 2012 e nonostante tutto questo si
insiste a dover per forza importare metano per diventare un “Hub del gas per il
sud Europa”. Per esportarlo forse in Spagna, in Francia, in Grecia, in
Slovenia, in Croazia, in Bosnia?
A fronte di questa situazione non
si capisce l'accanimento contro i territori per realizzare costosi impianti di
stoccaggio e nuovi inopportuni metenodotti devastando territori tutelati da
vincoli ambientali e mettendo in crisi le aree agricole strategiche, aree non
rinnovabili, previste dal PTCP della Provincia di Cremona come nel caso di
Bordolano.
Che dire poi della centrale di
stoccaggio da 52 MW (MegaWatt) che conusmerà circa il 10% del metano, cioè
120milioni di metricubi a ciclo, pari all'energia utilizzabile da una città di
75-80.000 abitanti, per immettere nel sottosuolo 1miliardo200milioni di
metricubi di metano a ciclo.
Peccato che dal luglio 2010 siano
in funzione gli impianti del “Cluster B” senza alcun Piano di Emergenza
Esterna.
Peccato che il comune di
Bordolano ha permesso la costruzione di strutture e condutture per il
metanodotto a sud di Bordolano nel terreno agricolo a fianco della strada per
la cascina Razzina ed ora permetta, dal 12 ottobre 2012, la perforazione dei
nuovi pozzi al “Cluster B” ancora su terreno agricolo secondo il precedente PRG
(Piano Regolatore Generale), mentre il nuovo PGT (Piano di Governo del
Territorio) con la trasformazione delle aree da agricole in aree industriali,
viene discusso e, forse, approvato, solo oggi 13 novembre 2012: non ci pare un
metodo amministrativo corretto.
Per noi è grave il fatto che il
Piano delle Regole del PGT, che il Consiglio Comunale di Bordolano approva oggi
13 novembre 2012, non preveda alcuna
norma che vieti l'insediamento di aziende a rischio di incidente rilevante e a
rischio chimico e ambientale nel territorio comunale.
Per noi è grave il fatto che in
questi anni, dal 2009 ad oggi 13 novembre 2012, il Comune di Bordolano non si
sia premurato di compiere una valutazione specifica e straordinaria sullo stato
degli edifici esistenti nel territorio comunale.
Per noi è grave il fatto che il
Comune di Bordolano non si sia premurato di chiedere il deposito di una
adeguata fidejussione da parte della società Stogit che intende realizzare la
centrale di stoccaggio di metano ed i nuovi sette pozzi, a tutela dei cittadini
di Bordolano e delle loro attività agricole ed industriali, delle loro case,
dei loro beni materiali ed immateriali, della tutela della loro salute, a
tutela dell'ambiente nel quale tutti noi viviamo.
Per noi è grave il fatto che dal
Comune di Bordolano non ci sia mai stata nessuna osservazione critica, nemmeno
di fronte alla lettera del 3 settembre 2012 dell'UNMIG di Bologna che “condiziona la società Stogit al rispetto delle
norme di sicurezza in materia di esecuzione dei lavori minerari, in particolare
alle norme che regolamentano l'uso degli esplosivi, la presentazione del
Documento di Sicurezza e Salute e relativa denuncia di esercizio...” per i
lavori di perforazione dei “nuovi pozzi al Cluster B”.
Quale situazione si verificherà
per i “nuovi pozzi del Cluster A”, previsti a circa 100 metri dall'Ambito di
Trasformazione Residenziale ATR1 dove il nuovo PGT prevede la realizzazione di
nuovi insediamenti residenziali e con nuovi cittadini?
Per noi è grave il fatto che la
popolazione di Bordolano sia costretta a vivere nel prossimo futuro con impianti a rischio di incidenti
rilevanti, proposti con il “Progetto Bordolano di Stogit” del 2008, sulla porta
di casa.
Per queste motivazioni esprimiamo
il voto contrario del Gruppo “Bordolano Noi” a questo Piano di Governo del
Territorio, certi di difendere in questo
modo la vita ed il futuro di tutti i cittadini di Bordolano.
Bordolano, 13 novembre 2012
p. I Consiglieri Comunali Gruppo “Bordolano Noi”
Luisa Pea