Per la moratoria delle estrazioni a mare ed a terra

Garantire la salute, l'ambiente, il territorio, le economie delle comunità

No al massimo sfruttamento delle risorse

Per la fuoriuscita dalla economia degli idrocarburi

No alla privatizzazione delle risorse energetiche

che regala a pochi le ricchezze e lascia devastazioni e rischi ambientali

Per un uso sostenibile del territorio

le energie rinnovabili al servizio di un'economia dei beni comuni

Per il diritto sovrano a decidere

no ai modelli autoritari della liberalizzazione delle risorse

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giovedì 6 giugno 2013

Lettera ai parlamentari

Di seguito troverete la lettera da inviare ai parlamentari.
Per sottoscriverla cliccate sul link in fondo alla pagina.


Contatti:


AI PARLAMENTARI

DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Gentile Parlamentare,

con il presente appello il Coordinamento Nazionale NO TRIV intende significare il sentimento di forte preoccupazione che pervade le organizzazioni presenti in seno al Coordinamento.

Dalla Sicilia alla Lombardia, dall’Abruzzo all’Emilia si guarda con sfiducia alle scelte che il Governo e il Parlamento in carica si apprestano ad effettuare, in perfetta continuità con quelle infelici del recente passato.

Trattasi di scelte non condivisibili, quali l’evidente legittimazione ex post della Strategia Energetica Nazionale (SEN), che, approvata con decreto interministeriale l’8 marzo scorso in assenza di qualunque riferimento normativo, è stata richiamata dal Documento di Economia e Finanza approvato di recente dal Senato e che, a sua volta, confluirà nella Legge di Stabilità per l’Esercizio 2013.

I rilievi critici che il Coordinamento muove alla SEN investono, tuttavia, anche i contenuti della strategia; ad esempio, le linee di azione individuate nel documento e ciò che “naturalmente” ne deriva: l’inadeguatezza degli strumenti previsti rispetto all’obiettivo dato di un incremento dei livelli di efficienza energetica; la penalizzazione delle fonti rinnovabili; il rilancio della produzione di energia elettrica e termica dalle fonti fossili che in Italia godono ogni anno di sussidi per oltre 9 milioni di euro – di cui ben 1,6 circa destinati alle “trivelle” – malgrado il Fondo Monetario Internazionale abbia ribadito come tali sussidi aggravino i bilanci pubblici, spiazzino la spesa pubblica prioritaria, inducano effetti distorsivi sui consumi, accelerino l'esaurimento delle risorse naturali, rallentino il tempo di rientro degli investimenti in progetti di efficientamento energetico e la diffusione delle fonti rinnovabili.

Pesa come un macigno sui precari equilibri ambientali e socio-economici di alcune aree della Penisola la pesante eredità lasciata dal Governo Monti con la legge di conversione del c.d. Decreto Sviluppo. Il riferimento è qui ai suoi articoli 35 e 38, dei quali il Coordinamento nazionale NO TRIV e tutte le associazioni ecologiste in esso presenti ne chiedono ripetutamente da tempo l’abrogazione. D’altra parte, non sono mancate, in tal senso, proposte di legge presentate da esponenti di diversi partiti politici, così come interrogazioni e risoluzioni.

Allo stesso modo, le Regioni e gli enti locali interessati più da vicino dal rilancio delle attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi hanno manifestato la loro netta contrarietà alle scelte effettuate con l’art. 35 del c.d. Decreto Sviluppo ovvero ad una deriva antistorica e di dubbia utilità dal punto di vista dell’alleggerimento della bolletta energetica delle famiglie, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.

Per queste ragioni, il Coordinamento nazionale NO TRIV si rivolge ai membri del rinnovato Parlamento affinché:

1)       venga esercitata un’efficace azione di moral suasion nei confronti dell’Esecutivo perché si arrivi in tempi brevi all’approvazione di un decreto-legge che modifichi l’art. 35 del c.d. Decreto Sviluppo per la parte relativa alla riattivazione dei procedimenti di autorizzazione che erano in itinere al tempo dell’entrata in vigore del c.d. Decreto Prestigiacomo (2010) e che disponga l’abrogazione dell’art. 16 del c.d. Decreto Liberalizzazioni, convertito nella legge n.° 27 del 24.3.2012, con cui si prevede che una parte delle entrate dello Stato sia destinata alla ricerca e allo sviluppo delle fonti energetiche fossili tentando di rendere socialmente accettabile la trasformazione in distretti minerari di vaste aree del Paese. Ciò in attesa di porre mano alla definizione di una disciplina organica delle attività di ricerca, prospezione ed estrazione degli idrocarburi sia liquidi sia gassosi, più rispettosa dei vincoli posti dall’ordinamento dell’Unione europea e di governo dell’energia in chiave transnazionale;

2)       si presenti e si approvino opportuni emendamenti affinché la SEN non confluisca nella Legge di Stabilità 2013 e venga riconsiderata in un’ottica di concreta e non di solo asserita sostenibilità.

A tal proposito, il Coordinamento nazionale NO TRIV ritiene non condivisibile, anche sotto il profilo economico e di un’auspicabile ritrovata competitività del Sistema Paese, l’opzione strategica effettuata con la SEN in favore del rilancio delle fonti fossili a scapito di quelle “pulite” e rinnovabili; l’individuazione di cinque poli di sviluppo minerario in Italia (che interessano in tutto o in parte i territori dell’Abruzzo, della Sicilia, dell’Emilia-Romagna, della Lombardia e della Basilicata); lo scarso coraggio dimostrato dal precedente Esecutivo nel non sostenere il raggiungimento di più ambiziosi traguardi di efficientamento energetico;

3)       non si raccolgano sollecitazioni ed appelli, chiaramente di parte, allo sfruttamento non sostenibile delle risorse di gas non convenzionale in Italia.

Ciò che, a nostro avviso, risulta inaccettabile è l’idea che si possa restituire potere d’acquisto alle famiglie e competitività alle imprese rilanciando la produzione di idrocarburi “made in Italy”, piuttosto che promuovendo l’efficientamento energetico e la diffusione dell’eco-innovazione, anche attraverso soluzioni premianti, all’interno del sistema delle imprese, delle pubbliche amministrazioni, del comparto edilizio e dei trasporti.

Questa visione anacronistica del futuro energetico del nostro Paese risulta rafforzata anche da un certo vento “negazionista” che sembra voler far passare in secondo piano l’importanza, anche sotto il profilo economico, delle azioni di contrasto al cambiamento climatico in atto nel Pianeta.

Nell’ottica dell’obiettivo della carbonizzazione che l’Italia ha concordato in sede europea, non si può non considerare che quasi il 75% dell’effetto serra è oggi dovuto all’impiego di combustibili fossili. Occorre portare, dunque, al centro di una SEN rinnovata, con un più lungo orizzonte temporale (fino al 2030) ed ampiamente partecipata secondo il modello francese, le politiche di sviluppo dell’efficienza energetica e delle produzioni da fonti rinnovabili.

Come dimostrato in un recente Paper elaborato dal Coordinamento FREE, adottando opportuni correttivi nel 2030 è possibile raggiungere l’obiettivo minimo di copertura del 30% dei consumi energetici con produzione da fonti rinnovabili, suscettibile di incremento fino al 50% del fabbisogno elettrico, al 50% del fabbisogno termico ed al 30% del fabbisogno relativo ai trasporti.

Sulla necessità di far leva sull’efficientamento energetico è molto netta anche la posizione di Confindustria che stima come ''il complesso delle misure di efficienza energetica nei vari settori industriali porterebbe a un risparmio potenziale tra il 2010 e il 2020 pari a circa 72 Mtep di energia, per raggiungere il quale si attiverebbe un impatto socio-economico di circa 130 miliardi di euro di investimenti, un aumento della produzione industriale di 238 miliardi di euro ed una crescita occupazionale di oltre 1,6 milioni di unità di lavoro”. Il che, a nostro avviso, andrebbe fatto nel breve termine e senza ulteriori indugi allo scopo di raggiungere risultati che vanno ben oltre le più rosee previsioni di ricaduta che per molti hanno costituito la ragione prima dell’approvazione del richiamato art. 16 del c.d. Decreto sulle liberalizzazioni.

“L’efficienza energetica è un'opportunità di crescita per il sistema Paese e le sue industrie: non siamo noi a dirlo ma il Vicepresidente per lo Sviluppo Economico di Confindustria, Aurelio Regina. Il Coordinamento NO TRIV condivide, sottoscrive e “rilancia” queste dichiarazioni, senza intenti provocatori, ma per invitare ad una riflessione: 72 Mtep di energia rappresentano circa il 7% del nostro fabbisogno energetico, come gas e greggio messi assieme. Perché, dunque, l’Esecutivo in carica e la maggioranza che lo sostiene intendono dare continuità al disegno del precedente Governo in materia di rilancio delle attività di ricerca e di coltivazione di idrocarburi nel nostro Paese?

Per realizzare gli obiettivi dell’efficientamento e della crescita delle “rinnovabili” occorre dotare il sistema energetico nazionale di una governance più efficiente e al contempo più rispettosa delle competenze che la Costituzione attribuisce alle Regioni.

Da questo punto di vista, anche l’idea che il Titolo V della Costituzione debba essere riscritto, riportando in capo allo Stato la materia dell’energia, può dirsi condivisibile solo a condizione che la riforma costituzionale – ventilata ormai da più parti – consenta alle Regioni italiane di partecipare fattivamente alle scelte effettuate dallo Stato. Questa condizione sconta una necessaria trasformazione dell’attuale Senato della Repubblica in Camera delle Regioni ed anche una più chiara distribuzione delle competenze legislative e delle funzioni amministrative, cancellando definitivamente dalla Carta costituzionale la c.d. “competenza concorrente” (l’art. 117 Cost.), che, com’è noto, non ha mai dato buona prova di sé.

Tutto quanto sopra premesso, il Coordinamento Nazionale NO TRIV si rende disponibile ad apportare il proprio contributo di proposte, e senza pregiudiziali verso alcuna forza politica, al fine dichiarato di concorrere alla fattiva costruzione di un nuovo modello economico, più equo, competitivo e solidale, di cui il Paese ha impellente necessità per restituire a famiglie ed imprese un clima di certezza, fiducia e stabilità e, quindi, la prospettiva di una migliore qualità della vita.

Siamo certi dell’attenzione con cui vorrà considerare la presente lettera e cogliamo l’occasione per porgerLe i nostri più cordiali saluti. 

3 giugno 2013

IL COORDINAMENTO NAZIONALE NO TRIV

martedì 2 aprile 2013

L'Eni chiede alla Gabanelli 25 milioni di euro.

Pubblicato su Corriere.it (vedi articolo originale)

ROMA - «Leggi tu stesso», mi fa Milena Gabanelli. E sfoglia un atto di citazione lungo una Quaresima. Pagina 8: «L'incredibile attacco a Eni, peraltro, non si è arrestato (...) quando è andato in onda il servizio "Ritardi con Eni", ma è proseguito con la dott.ssa Gabanelli ancora protagonista (...) dichiarando in una intervista rilasciata al Corriere della Sera Sette (...) che l'inchiesta più difficile è stata "quella su Eni, perché nessun diretto interessato ha voluto parlare con noi. Per un'azienda dove il maggior azionista è lo Stato, dovrebbe esserci più disponibilità a un confronto critico. Inoltre perché, per una settimana, ho ricevuto quotidianamente lettere minatorie"».

venerdì 22 marzo 2013

Nasce il gruppo "No Triv" di Cento


La rete No Triv si estende sempre più. Anche il comune di Cento ha la sua No Triv, costola del coordinamento nazionale.
Riceviamo e divulghiamo comunicato stampa.

Comunicato stampa

«Stop a impianti invasivi che stravolgono il territorio»

CENTO - Un comune interesse per il territorio, in particolare la difesa dell’ambiente da ricerche di idrocarburi e da altre procedure invasive, come i grandi impianti geotermici, «che modificherebbero, stravolgendolo, l’assetto del territorio». Questo è uno degli scopi del gruppo No Triv, costola del gruppo nazionale, che si è costituito nei giorni scorsi a Cento. «Recentemente - si afferma in un comunicato - la nuova strategia energetica del governo Monti/Passera ha incentivato la liberalizzazione e la ricerca di idrocarburi su tutto il territorio nazionale, cioe’ di fonti fossili - il petrolio e il gas-, promuovendo una politica energetica che appare inappropriata e fuori luogo. Il nuovo gruppo di cittadini centesi si dichiara contrario a tutto cio’ poichè l’energia per un futuro sostenibile, nostro e delle nuove generazioni, non e’ quella che si ricava dai combustibili fossili tradizionali, bensì quella che si ottiene dalle fonti rinnovabili». Il ruolo del nuovo gruppo spontaneo sarà la sensibilizzazione documentazione sulle tematiche illustrate, «affinche’ la popolazione e le istituzioni siano informate della realta’ e prendano posizioni precise e coerenti al riguardo nell’interesse dell’intera comunità centese». Dopo la prima riunione verranno organizzate serate con la presenza di geologi che aderiscono al collegamento nazionale No Triv. Domani infine in consiglio comunale è prevista la discussione di un ordine del giorno, presentato dal sindaco Piero Lodi, che intende chiedere che sul territorio comunale centese non vengano effettuate trivellazioni.

domenica 17 marzo 2013

La Corte Costituzionale blocca la Strategia Energetica Nazionale di Passera

Il Sole 24Ore riporta il commento alla sentenza n.39/2013 della Corte Costituzionale su ricorso delle Regioni Toscana, Puglia e Veneto. 
Lo Stato non può dribblare l’intesa con le Regioni – scrive il Sole24 Ore -  nelle materie di competenza concorrente, nemmeno quando l’urgenza sia motivata da «gravi esigenze di tutela della sicurezza, della salute, dell’ambiente o dei beni culturali», oppure dallo scopo di «per evitare un grave danno all’Erario".

venerdì 8 marzo 2013

Ombrina mare e il parere negativo della Regione

Che la Regione Abruzzo non abbia rilasciato il proprio parere sul progetto di Ombrina mare non dovrebbe sorprendere nessuno. Nel luglio dello scorso anno avevo osservato come la Regione Abruzzo non rilasci pareri almeno dal 2008. Che la Regione sostenga, però, che il Ministero dell’ambiente non le abbia mai formalmente chiesto di esprimersi su Ombrina mare sorprende e non poco. Vien da pensare: vuoi vedere che è dal 2008 che il Ministero non si cura di sapere cosa pensi la Regione sui progetti sottoposti a valutazione di impatto ambientale?

Patto stabilita': De Filippo, fuori fondi petrolio e terremoto

Potenza, 8 mar. - (Adnkronos) - In una lettera inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo ha chiesto di intervenire sui vincoli del Patto di stabilita' ''consentendo all'Amministrazione regionale di utilizzare i fondi delle royalty petrolifere e delle risorse destinate alla ricostruzione post-terremoto''.
Per De Filippo, ''il Patto di stabilita' - ha scritto - sta strangolando l'economia del Paese, con riflessi sociali gravissimi soprattutto sulle aree piu' deboli del Mezzogiorno, a partire dalla Basilicata. La pubblica amministrazione, anziche' accompagnare i processi di crescita e di sviluppo delle comunita' rischia, con i propri ritardi, di essere una delle cause principali della crisi del tessuto produttivo locale, innescando un effetto domino nei mancati pagamenti che mai, prima d'ora, si era manifestato con tale, virulenta pericolosita'''. Liberare dal Patto i fondi derivanti dalle estrazioni del petrolio e quelli finalizzati a completare i processi di ricostruzione dei terremoti del passato mira a ''far fronte ad impegni nei confronti delle imprese locali per diverse centinaia di milioni di euro'', ha scritto il governatore lucano. La Basilicata, infatti, e' un caso specifico. ''Le royalty derivanti dalle estrazioni petrolifere, pur registrando un sostanziale miglioramento nel corso degli anni, restano bloccate a causa dei vincoli dettati dal Patto - afferma De Filippo -. Il che si traduce in una forte ed ingiusta penalizzazione per la Regione che, unica in Italia, contribuisce con le proprie risorse naturali ad allentare il peso della bolletta energetica nazionale''. ''Non meno ingiusta, se non addirittura odiosa, e' la disparita' di trattamento che la Basilicata subisce per quanto riguarda le risorse destinate alla ricostruzione nei territori colpiti da eventi sismici - si legge ancora nella lettera inviata da De Filippo a Monti - posto che in tutte le Regioni interessate, a seguito della nomina di un commissario straordinario, le risorse destinate alla ricostruzione sono transitate in contabilita' speciali rimanendo cosi' escluse dal Patto di Stabilita'''. Cio' non e' avvenuto per la Basilicata per i fondi destinati ai terremoti del 1980 e del 1998. Anche la Conferenza delle Regioni, facendo proprio l'appello di De Filippo, si e' espressa all'unanimita' per ''la immediata rimozione dei vincoli del Patto di Stabilita' sui fondi della ricostruzione''.
Fonte Adnkronos

Ricerche di petrolio nel Golfo di Taranto, la Regione dice "no"

Un "no" secco dalla Regione alla richiesta di ricerca di petrolio nelle acque del Golfo di Taranto. A renderlo noto è lo stesso Assessore all'Ambiente della Regione Lorenzo Nicastro.

domenica 3 marzo 2013

Tavolo a Roma sul petrolio, Capone: Puglia con noi

Montella – La Regione Puglia, l’Acquedotto Pugliese e le Autorità di Bacino Liri Garigliano e Volturno e della Puglia dovranno convergere con i vertici regionali campani per interpellare il Ministero per l’Ambiente e bloccare la progettazione di ricerca del greggio al Mise.

domenica 20 gennaio 2013

EMILIA: NO IDROCARBURI !


La provincia di Reggio Emilia, così come il resto dell'Emilia Romagna, è nel mirino delle Compagnie Petrolifere.
Alla ricerca di metano e petrolio peraltro di scarsa qualità, tra istanze in corso per ottenere i permessi di ricerca idrocarburi e permessi già concessi, con la cittadinanza intera che ignora il fatto che domani , un qualsiasi cittadino potrebbe ritrovarsi la raccomandata della Compagnia Petrolifera che, - forte di leggi che considerano il sottosuolo un bene dello STATO - invade letteralmente il nostro territorio per installare trivelle mostruose e vasche per contenere i fanghi usati per le perforazioni e rifiuti di certo non ecologici e di dubbio smaltimento.

Cosa succede una volta trovato il gas o il petrolio nei nostri terreni, vicino alle nostre case ? Dopo le trivelle arrivano tubi e impianti per la desolforazione, (il metano ha bisogno di essere depurato. La più dannosa tra le impurità è senz'altro lo zolfo che bruciando produce anidride solforosa e in presenza di umidità provoca il fenomeno delle piogge acide, responsabili di malattie polmonari, della rovina delle piante e del deterioramento di qualsiasi cosa sia esposto all'aria aperta) provocando altro inquinamento in un'area, quella emiliana, che è già fortemente inquinata !

Oltre al pericolo di incidenti irreversibili, di inquinamento delle falde acquifere e di sversamento di idrocarburi nei campi agricoli, si aggiunge l'aumento della subsidenza, ovvero l'abbassamento del terreno, laddove nella bassa colpita dai violenti terremoti del 2012, anche gli impianti di sollevamento acque di Mondine e San Siro – che ci hanno sempre salvato dagli allagamenti nei periodi di forte pioggia (a Moglia e San Benedetto Po) sono fuori uso e gravemente danneggiati dal sisma. In caso di piena del Po o di Secchia ed Enza, già ora siamo in balìa anche di questo rischio, figuriamoci se dovessimo permettere ad una Compagnia petrolifera straniera di farci andare tutti sott'acqua quando sappiamo che un nuovo impianto con idrovore per salvare la bassa dagli allagamenti sarebbe un'opera faraonica e costosissima che lo STATO ora non è assolutamente in grado di finanziare !

Per la zona della Val d'Enza, gli idrocarburi vengon ricercati in zone collinari soggette a frane, laddove esistono Castelli del 1400, e fauna protetta.

A tutto questo, aggiungiamo il rischio sismico, in una zona che ha già manifestato piu' volte negli anni la sua sismicità in un territorio fragile e fortemente antropizzato. Rischio sismico che potrebbe derivare – per una buona parte della scienza non negazionista- sia dal disequilibrio causato dall'estrazione di idrocarburi non adeguatamente compensati nel sottosuolo , sia dalla reiniezione dei fluidi di scarto in presenza di faglie, peggio se attive ed in grado di generare già senza la mano dell'uomo violenti terremoti !

La zona di Correggio e limitrofe, dopo il sisma del 1996 è stata interessata da vari fenomeni di scavernamento dei piani di campagna, visibili ad occhio nudo, e da faglie superficiali. A dimostrazione della fragilità del territorio reggiano.

La nostra Emilia, famosa nel mondo per la bontà dei propri prodotti agro-alimentari, per chiese storiche, Castelli, Rocche antiche, per il lambrusco, il parmiggiano- reggiano dei nostri caseifici, per i paesaggi così diversi e meravigliosi, dal Po all'Enza, dai vigneti ai pereti, subirebbe una devastazione irreparabile ed un danno di immagine notevole. Non vogliamo diventare come la BASILICATA !

Le nostre case, i nostri terreni, le nostre attività subirebbero anche un deprezzamento economico dalla presenza di una pompa estrattiva. Chi mai vorrebbe comprare un domani una casa vicina ad una pompa petrolifera o ad un centro Oli, o vicina ad una torcia che brucia gas giorno e notte ?

Il gioco non vale la candela. Le quantità stimate di idrocarburi nella nostra zona sono così basse che non migliorerebbero di una virgola il fabbisogno energetico ! Non c'è nessun interesse nazionale da preservare se non il ritorno economico delle compagnie petrolifere che pagano royalties (TASSE sugli idrocarburi estratti ) vergognosamente basse rispetto ai danni che causano ! E tra l'altro tasse che finiscono nella maggior parte nelle tasche della REGIONE e in minima parte dei COMUNI che subiscono l'impatto negativo maggiore ! Nessun cittadino avrà benefici economici dall'estrazione di idrocarburi, nessuno di noi avrà sconti in bolletta, non ci saranno nuovi posti di lavoro dato che il settore petrolifero si appoggia a personale esperto e qualificato !
Laddove AGIP ed Eni negli anni hanno già esplorato i nostri territori, già estratto quello che si poteva e rinunciato all'estrazione estrema di quel poco rimasto, l'unico sistema per estrarre le ultime riserve - per le quali la terra ha già detto BASTA - sono le violente stimolazioni a base di acidi, fratturazioni, pozzi orizzontali, spari con esplosivi nel sottosuolo, iniezioni di acqua in pressione. Tutte attività estremamente impattanti che nulla hanno a chè vedere con il rispetto - ancorchè minimo - del nostro sottosuolo !

Dalla bassa reggiana alle colline, siamo tutti coinvolti.
Noi diciamo NO. Non vogliamo che nessuno violenti la nostra terra.
Diciamo NO a Edison, Terracon, Po Valley, Aleanna Resources, San Leon, Hunt Oil !!!

martedì 15 gennaio 2013

Incontro a Carpignano Sesia

Divulghiamo l'invito realizzato dal Comitato DNT:

L'ora delle scelte
La Regione sta per esprimere il parere sul progetto Eni
Il territorio ha più volte e con chiarezza detto NO alle trivellazioni 
Difendiamo il nostro territorio!
Il Comitato DNT organizza un’assemblea pubblica aperta.
Parleremo:
• della recente riunione della Conferenza dei servizi
• delle prossime iniziative di mobilitazione
• della campagna “5 domande ai candidati al Parlamento”
Venerdì 18 gennaio 2013
Carpignano Sesia, Sala consiliare ore 21,15

Non mancate: dobbiamo essere tanti, dobbiamo essere uniti!

lunedì 14 gennaio 2013

Gas: Bei e Cdp finanziano Snam


Dopo il rischio sismico, ancora la provincia di Cremona: approvata la realizzazione di una centrale di compressione del gas a 500 metri dal centro del comune di Sergnano

lunedì 19 novembre 2012

Giù le mani dalla Lucania. No Triv manifesta contro le scelte politiche petrolifere del PD


Pubblichiamo e diffondiamo il comunicato stampa che abbiamo realizzato in occasione della venuta di Massimo D'Alema in Basilicata nel suo giro per le primarie del PD. Il movimento NO TRIV con tale comunicato sottolinea la sua contrarietà a una rappresentanza politica lontana dagli interessi dei lucani, impegnati a difendere la salute, il lavoro, l’ambiente. Tutti argomenti avulsi dal contesto del PD lucano, ma non semplicemente, nella loro campagna elettorale, ma nei fatti di questi lunghi anni durante i quali hanno amministrato la Regione Basilicata. Si ribadisce che non saranno i benvenuti, d’ora in avanti, coloro i quali sono stati tra i principali fautori delle politiche che hanno favorito gli interessi delle multinazionali del petrolio e dell’acqua, disarticolando lo stato sociale con la complicità trasversale dal PD al PDL travasata nell’appoggio al Governo Monti.

Segue comunicato stampa...

giovedì 11 ottobre 2012

3 Settembre 2012: Un'autorizzazione esplosiva


Ci scrive il Coordinamenteo Comitati Ambientalisti Lombardia per aggiornarci sulla moratoria e la verifica di esperti internazionali richiesti per i progetti dei nuovi stoccaggi di metano: una verifica necessaria ed utile
dopo gli sconvolgenti terremoti che dal 20 maggio 2012 e per mesi, hanno sconvolto la vita a migliaia di citttadini.

domenica 7 ottobre 2012

No Triv Day: diaciamo NO alle trivellazioni.





Dai dati forniti dallo Stato eravamo oltre 3000 presenze nella manifestazione generale tenutasi ieri pomeriggio a Manfredonia, tra associazioni, enti, sindacati di ogni colore, rappresentanze politiche, famiglie e giovani, per esprimere ancora una volta, il nostro No al Governo Nazionale di concedere il via libera alle prime indagini geosismiche al largo del Mar Adriatico e nelle Isole Tremiti.

Una delegazione del popolo dei 'No Triv', insieme al comitato No petrolio Si' energie rinnovabili, ha contribuito a creare il lungo serpentone umano sfilato per le strade del centro sipontino. Non è potuto mancare neanche Ezio Corradi, rappresentante del Comitato ambientalisti di Lombardia, oramai vecchio amico e strenuo collaboratore della rete da quando, nelle giornate di Pisticci, abbiamo dato il via al progetto di costituzione nazionale.

La manifestazione è iniziata intorno alle ore 16:00 ca. di sabato pomeriggio da via Scaloria e ha attraversato le strade principali della città fino a raggiungere zona Castello dove, al termine della sfilata abbiamo assistito alla messa in scena  di una simulazione di  spiaggiamento di cetacei, a dimostrare uno degli effetti delle indagini sottomarine, spesso causa della perdita di orientamento di capodogli e altri esemplari.

Diverse Leghe Navali dell'Adriatico che hanno esibito, sulle vele, un simbolico fiocco nero.

Una protesta garbata, civile che si è conclusa con diversi intervenuti a supporto della manifestazione. In prima linea l'ex parlamentare Vladimir Luxuria. Presente anche il Presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna.




mercoledì 3 ottobre 2012

Petrolio Moratoria Basilicata


Riceviamo la mail del prof. Di Salvatore, rispetto alla deliberazione di non impugnativa della "Moratoria di Agosto" della legge Regione Basilicata.

Vi giriamo sia la mail che il link al blog del professore, presente durante la manifestazione tenutasi a luglio a Pisticci Scalo.

"Cari amici,

il Consiglio dei ministri - nella seduta del 28 settembre scorso - ha deliberato la non impugnativa dinanzi alla Corte costituzionale della legge della Regione Basilicata n. 16 del 2012 sul petrolio. Non possiamo che rallegrarci di questo. Ma non esulterei troppo.

A mio parere ciò non è accaduto in quanto il Governo ha ritenuto che la previsione della legge della Basilicata sia, di fatto, inutile, posto che il “decreto sviluppo” – ormai legge – stabilisce che, in caso di mancata espressione da parte delle amministrazioni regionali degli atti di assenso o di intesa previsti dall’art. 1, comma 7, della legge n. 239 del 2004 (prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi), il Governo procederà egualmente al rilascio del titolo. Tra l'altro faccio presente che la decisione in ordine alla impugnazione di una legge regionale è di natura...politica e va letta in questo senso. Dal punto di vista giuridico, infatti, ciò non equivale a dire che la legge sia costituzionalmente legittima; un domani potrebbe accadere che qualche società petrolifera nel corso di un giudizio sollevi la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte e la Corte potrebbe dichiarare illegittima la legge.
Ci vediamo il 4 a Viggiano (per chi c'è).
Un caro saluto,
Enzo Di Salvatore"
 
P.s.: Alleghiamo alla presente link delle decisioni assunte  dal Consiglio Regionale di Basilicata:

venerdì 28 settembre 2012

Comunicato stampa: Il Coordinamento aderisce ufficialmente alla manifestazione del 6 Ottobre a Manfredonia


Come accennato in alcuni post precedenti avevamo ricevuto l'invito a partecipare alla manifestazione nazionale del 6 Ottobre a Manfredonia.
Con il seguente comunicato la No Triv aderisce ufficialmente alla stessa

mercoledì 26 settembre 2012

Assemblea Nazionale “STOP Enel” - Civitavecchia, 29/30 settembre


Rceviamo e diffondiamo la notizia relativa alla II Assemblea Nazionale “STOP Enel” che si terrà il 29 e 30 settembre 2012 a Civitavecchia.

Segue programma

martedì 25 settembre 2012

6 Ottobre: Manifestazione nazionale contro le trivelle a Manfredonia


Il Comitato No Luminosa, aderente al Cordinamento Nazionale No Triv, in seguito alle novità che in questi giorni hanno interessato la Regione Puglia rende noto che a Manfredonia, il prossimo 6 Ottobre, si terrà una grande manifestazione nazionale contro le trivellazioni petrolifere. Ci aguriamo che la partecipazione sia la più ampia possibile per ribadire ancora una volta e con grande deterimanzione il nostro NO alle estrazioni di petrolio.



Sulla pagina: http://www.facebook.com/events/333877860040844/ l'evento.




Segue, inoltre, comunicato del Coordinatore Rete di Associazioni contro le trivellazioni petrolifere

mercoledì 19 settembre 2012

Nuova 'aggressione' al territorio lucano. Denuncia della Ola e No Scorie Trisaia


LO STOCCAGGIO DI CO2, NUOVA SPECULAZIONE GEOLOGICA IN BASILICATA 

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, NoScorie Trisaia e Ambiente e Legalità, associazioni che hanno aderito al Coordinamento Nazionale No Triv, denunciano una nuova aggressione al territorio lucano, al suo ambiente e alla sua economia attraverso lo stoccaggio di CO2, anidride carbonica (Ccs, Carbon capture and storage).

lunedì 17 settembre 2012

Stoccaggio di metano: i Comitati ambientalisti della Lombardia incontrano la Provincia di Cremona e la Regione Lombardia


Il Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, aderente al Coordinamento Nazionale “No Triv”, ha inviato in questi giorni il comunicato stampa relativo all'incontro con la Provincia di Cremona e la Regione Lombardia che si è tenuto presso la Provincia di Cremona il 13 settembre 2012. "Dopo anni di lavoro, afferma Ezio Corradi, vicepresidente del Coordinamento lombardo, lo consideriamo un primo passo: siamo in vigile attesa di raggiungere altri risultati".

Segue comunicato