La campagna informativa sulla questione petrolio in Irpinia non si è
conclusa. L’ultimo appuntamento è stato rimandato a causa delle avverse
condizioni meteo ed è pertanto stato spostato a sabato 2 marzo, alle
16.30, presso il salone della scuola dell’Osso a Castel Baronia.
Per la moratoria delle estrazioni a mare ed a terra
Garantire la salute, l'ambiente, il territorio, le economie delle comunità
No al massimo sfruttamento delle risorse
Per la fuoriuscita dalla economia degli idrocarburi
No alla privatizzazione delle risorse energetiche
che regala a pochi le ricchezze e lascia devastazioni e rischi ambientali
Per un uso sostenibile del territorio
le energie rinnovabili al servizio di un'economia dei beni comuni
Per il diritto sovrano a decidere
no ai modelli autoritari della liberalizzazione delle risorse
venerdì 1 marzo 2013
sabato 9 febbraio 2013
Invito al convegno del 15 febbraio titolo V Costitutivo e quesiti ai candidati
ASSEMBLEA PUBBLICA
Energia, Ambiente, Democrazia,
Quali prospettive dopo la
riscrittura del Titolo V della Costituzione?
In
Europa, negli ultimi anni, sono stati
varati strumenti normativi aventi anche l’obiettivo di limitare il potere dei
Parlamenti nazionali democraticamente eletti.
In
Italia si modifica la stessa Carta
Costituzionale, come accaduto con il pareggio di bilancio - articoli 81, 97,
117 e 119 – e si promette di modificare il Titolo V per facilitare le
autorizzazioni per le estrazioni di idrocarburi.
In
Basilicata è stata pubblicata la Legge Regionale di Assestamento
(L. n 16 dell’Agosto 2012), contenente articoli riguardanti la necessità di
frenare il consumo di suolo per sottrarlo all’assoggettamento delle continue
richieste di permessi per prospezione e ricerca di idrocarburi (da cui la
vulgata mediatica di “moratoria”) e lo Stato ha deciso di impugnare le nuove
norme dell’Ente Regionale presso la Corte Costituzionale in nome del principio
della esclusività dei poteri centrali in materia di decisione e gestione
energetica.
Ancora una volta il
Titolo V della Costituzione si trasforma in sensibile campo di conflitto
tra poteri, che nell’accentuarsi della crisi tendono a divaricarsi e ad essere
sempre meno concorrenti. Ancora una volta il volto autoritario dello Stato e
degli interessi delle lobbies multinazionali si mostra insofferente verso gli
stessi tentativi di riformismo trasformista di una compagine governativa
regionale che fino a pochi mesi fa si mostrava unanime ed entusiasta delle
magnifiche sorti e progressive del cosiddetto “Memorandum” di intesa
Stato/Regione, per di più magnificandone il recepimento in sede di formulazione
dell’articolo 16 del Dl per le Liberalizzazioni dello scorso anno.
Il
Convegno del 15 Febbraio 2013
vuole contribuire a rendere esplicite e chiare le opzioni in campo, mettendo in
risalto le linee di tendenza di un’intera fase di transizione verso il
rafforzamento di pericolose politiche di
centralizzazione dei poteri dello Stato a discapito dell’esercizio di una ricerca di
equilibro tra esigenze complessive nazionali, rappresentazione e rilevazione
dei bisogni sociali e territoriali e produzione normativa locale.
VENERDI’ 15 FEBBRAIO 2013, ORE 17.00
AULA MAGNA ISTITUTO “F. S. NITTI” – VIA ANZIO - POTENZA
Ne parliamo con ENZO DI SALVATORE,
docente di Diritto Costituzionale
italiano e comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza
dell'Università degli Studi di Teramo, che presenterà per
l'occasione il suo nuovo libro “AMBIENTE
FRAGILE”.
A questa assemblea sarà utile e gradita la
partecipazione da parte degli amministratori comunali, provinciali, regionali,
nonché degli stessi candidati al Parlamento di tutte le formazioni e di tutte
le liste elettorali lucane che si richiamano a valori autenticamente democratici e
costituzionali, perché siamo convinti che il tema del rapporto che lega
indissolubilmente energia, Costituzione, capacità partecipativa e decisionale
decentrata, è tema pregnante (con il MES e con la riforma dell’art 81 Cost.)
delle cessioni di sovranità già decise ed in atto. Che è un tema che non è
possibile nascondere sotto il tappeto, tantomeno nel corso della campagna
elettorale.
La mobilitazione avvenuta in questi mesi in Basilicata, improntata
alla necessità di conoscere ciò che stava accadendo e quali prospettive per il
futuro potrebbero delinearsi, ha reso concreto un diverso modo di agire da
parte dei cittadini di questo territorio, ma soprattutto un differente modo di
rapportarsi alle forze politiche. E’ stato riscoperto il diritto a essere
protagonisti non solo della propria vita, ma delle relazioni con tutti gli
altri appartenenti alle comunità e alle realtà in cui si vive quotidianamente.
Oggi si è forse un po’ meno disponibili a delegare a una scheda elettorale le
proprie speranze, a mugugnare per l’incertezza del futuro: si pongono precise
domande, si esigono adeguate risposte, si agisce di conseguenza.
Il Coordinamento No Triv, facendosi interprete di questa riscoperta dell’agire pubblico e civile, rivolge a tutte le forze politiche ed ai candidati nella circoscrizione Basilicata alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento, alcuni quesiti relativi ai cambiamenti che si potrebbero avere inerenti le modalità di concessione dei permessi ai progetti di ricerca di idrocarburi nei nostri territori e all’impatto che essi avrebbero sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sul tessuto economico all’indomani delle modifiche auspicate all’interno della Strategia Energetica Nazionale.
Il Coordinamento No Triv, facendosi interprete di questa riscoperta dell’agire pubblico e civile, rivolge a tutte le forze politiche ed ai candidati nella circoscrizione Basilicata alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento, alcuni quesiti relativi ai cambiamenti che si potrebbero avere inerenti le modalità di concessione dei permessi ai progetti di ricerca di idrocarburi nei nostri territori e all’impatto che essi avrebbero sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sul tessuto economico all’indomani delle modifiche auspicate all’interno della Strategia Energetica Nazionale.
Affinché la prossima competizione elettorale
avvenga nella correttezza e nella trasparenza totale del rapporto tra elettori
ed eletti, è indispensabile conoscere il punto di vista dei partiti e dei
candidati sulle problematiche che investono il territorio. Al tempo stesso deve
esserci una assunzione di impegni politici minimi che dovranno essere attuati
nel corso del mandato, rispetto ai quali gli elettori si aspetteranno una
chiara, costante e continua informazione.
Le risposte verranno rese pubbliche sul sito
del Coordinamento No Triv e fatte pervenire a tutti gli organi di informazione
per consentire ad ogni elettore di valutare la sensibilità dei partiti e dei
loro candidati rispetto ai problemi del futuro del territorio, dell’impegno ad
uno sviluppo equilibrato e sicuro nonché la loro disponibilità a progettare le
scelte coraggiose di una azione politica che sappia guardare al lungo periodo e
all’interesse delle future generazioni, non limitate ai cinque anni del mandato
parlamentare.
Segue il testo inviato ai candidati al Parlamento e agli amministratori comunali, provinciali e regionali. I risultati verranno pubblicati sul nostro blog.
QUESITI AI CANDIDATI AL PARLAMENTO
Lei è disposta/o:
ad opporsi in ogni luogo e con tutti i mezzi all’ ipotesi di riscrittura
del Titolo V della Costituzione?
⃝ SI
⃝ NO
ALTRO
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a sottoscrivere un piano energetico fondato sull’effettivo fabbisogno
rilevato su scala regionale e non sulla logica della sovrapproduzione
speculativa?
⃝ SI
⃝ NO
ALTRO
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ad impegnarsi, fin dai primi mesi della nuova legislatura, per
l’approvazione di norme che rivedano l’intera materia petrolifera in terra ed
in mare nel rispetto dell’ambiente e delle condizioni di vita, attuali e
future, di tutti gli abitanti indicando nella stessa le aree da vietare?
⃝ SI
⃝ NO
ALTRO
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a farsi promotrice/tore di una legge per la salvaguardia dei bacini
idrici da attività di ricerca, prospezione, estrazione di idrocarburi liquidi e
gassosi, di geotermia, di stoccaggio?
⃝ SI
⃝ NO
ALTRO
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ad approvare una legge che definisca
criteri di democrazia partecipata nell’iter di designazione e di nomina dei
vertici delle agenzie nazionali e regionali per la protezione dell’ ambientale
stabilendo le modalità di rilevazione e pubblicazione in tempo reale ed in modo
trasparente dei dati ambientali?
⃝ SI
⃝ NO
ALTRO
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a rendere obbligatorio la V.I.S.
(Valutazione di Impatto Sanitario) nei contesti in cui sono previste attività o
ampliamento di impianti suscettibili di rischi ambientali e per la salute?
⃝ SI
⃝ NO
ALTRO
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domenica 20 gennaio 2013
Report del convegno di Viggiano
Segue il report del convegno tenutosi a Viggiano ieri mattina.
Nell’introduzione la Prof. Colella ha sottolineato il
fatto che per la prima volta un convegno centra la propria attenzione
sull’acqua e sulle notevoli conseguenze dell’attività estrattiva sulla sua
qualità. La particolarissima condizione della Val d’Agri, infatti, è quella di
ospitare sia il più grande giacimento petrolifero d’Europa che una riserva idrica di grande consistenza.
Dopo i saluti del Sindaco di Viggiano, il geologo prof.
Ortolani ha evidenziato i notevoli pericoli dell’attività estrattiva
in relazione a possibili azioni sismiche. Le perforazioni vengono infatti
effettuate senza una preventiva ed accurata indagine geologica, con il rischio
di inserire la trivella all’interno di una faglia e di provocare il movimento
delle masse attigue e la possibile
estensione dell’attività sismica ad aree notevolmente più ampie. Il Prof.
Ortolani ha sottolineato inoltre l’inadeguatezza delle norme vigenti che
prescrivono soltanto la valutazione dell’impatto ambientale del singolo pozzo,
ignorando completamente ciò che accade sul territorio a seguito
dell’interazione fra perforazioni differenti
e non molto distanziate fra loro. Il loro impatto complessivo, infatti, risulta
essere di gran lunga maggiore della somma dell’impatto dei singoli pozzi. Egli
ha infine sottolineato la scarsissima
compatibilità fra le estrazioni petrolifere e la presenza di popolazioni e beni
naturali insostituibili come acqua e terreni fertili, sostenendo che l’unico
luogo adatto ad attività di questo tipo è il deserto.
Il prof. Romagnoli, associato di Petroleum Engineering, era assente.
Il prof. Civita, ordinario di
idrogeologia, ha esordito sottolineando l’importanza del bene acqua per la
stessa sopravvivenza del genere umano e l’assoluta necessità di evitarne ogni
possibile inquinamento o depauperamento.
L’acqua dolce, infatti, è sempre più scarsa e molti prevedono che nel 2025
si verifichi una crisi idrica mondiale con conseguenze letali per gran parte
dell’umanità. La difesa dell’acqua dovrebbe essere, quindi, la vera battaglia
campale del prossimo secolo.
Il Prof. Civita ha poi illustrato alcune nuove
metodologie e tecnologie per il monitoraggio e la protezione puntuale e territoriale
delle riserve idriche di superficie e di profondità evidenziando la necessità
che il monitoraggio sia dell’aria che dell’acqua venga effettuato con un gran
numero di centraline opportunamente posizionate. Esiste, infatti, il rischio
che la singola centralina non venga raggiunta dagli inquinanti e che, quindi,
non sia in grado di registrare danni già esistenti .
La prof. Colella, geologo, ha descritto
con ampiezza il lavoro di analisi delle
acque della diga del Pertusillo condotte insieme al ten. Di Bello, fornendo
dati dettagliati da cui emerge la presenza di metalli pesanti ed idrocarburi in
corrispondenza di due piccoli affluenti posti a valle di un pozzo di
reiniezione.
La Prof. Colella ha inoltre sottolineato ulteriormente la necessità che la
Val d’Agri dedichi grande attenzione alla tutela del proprio grande patrimonio
idrico, costituito da 650 sorgenti, 23 corsi d’acqua e 16 fra invasi e
traverse.
Il geologo Dott. D’Eclesiis ha
comunicato alcune osservazioni teoriche sul rapporto fra sviluppo e teorie
economiche: il liberismo è favorevole ad uno sviluppo tout-court in quanto
sostiene che qualsiasi perdita di beni naturali potrà essere compensata dall’evoluzione
tecnologica; le teorie di tipo sociale parlano di uno “sviluppo sostenibile”
che può essere perseguito entro limiti ben definiti derivanti dalla
disponibilità di beni naturali; soltanto le teorie ecologiste antepongono la
conservazione della natura allo sviluppo sostenendo la necessità di
salvaguardare non soltanto i beni naturali disponibili ma anche le loro riserve
destinate alla conservazione dell’ecosistema.
Il Dott. Laghi, vicepresidente
di ISDE Italia (Associazione di Medici per l’Ambiente) ha parlato dei rischi
per la salute derivanti dall’inquinamento ambientale riportando dati di
correlazione fra patologie, inquinamento e stili di vita e sottolineando le modifiche
genetiche, trasmissibili per via ereditaria, operate dall’inquinamento.
Pomeriggio (che avvilimento!):
5 minuti a testa per i rappresentanti delle “associazioni
ambientaliste” polisportiva Viggiano (………….), EHPA (Giuseppe Di Bello),
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica (io), Comitato contro il petrolio
dell’alta Irpinia (Nicola …….), No Triv Basilicata (Camilla Nigro), movimento 5 stelle (………..) e non mi ricordo chi altro, in cui si è
manifestata in poche parole inevitabilmente incomplete la propria contrarietà
alle attività petrolifere.
Ho utilizzato alcune delle poche parole che mi sono state
concesse per comunicare la mia contrarietà all’esiguo spazio riservato a
movimenti ed associazioni di cittadini a cui è interamente ascrivibile il
merito di aver evidenziato i problemi legati alle attività petrolifere.
Sen. Prof.
Romualdo Coviello, responsabile dello Sportello per lo Sviluppo di Viggiano: ha cantato le
magnifiche sorti e progressive delle estrazioni petrolifere e della fantastica ed
irripetibile occasione di sviluppo
offerta ad una terra con popolazioni ed amministrazioni arretrate.
Sindaci di Viggiano, Paterno e Spinoso: nessuna opposizione di principio al
petrolio, ma richiesta di migliori condizioni contrattuali con le compagnie e
poi di monitoraggi, protezioni
ambientali e …… quattrini. Valutazione della necessità di una maggiore
integrazione fra le varie amministrazioni comunali, soprattutto dopo
l’eliminazione delle comunità montane.
Rappresentante di ENI: ha presentato una pubblicazione-report, che mi sono
guardata bene dal prendere, in cui si forniscono dati sull’attività in
Basilicata; ha promesso che questi rapporti saranno pubblicati con maggiore
frequenza.
Consigliere Regionale Dott. Enrico Mazzeo Cicchetti:
ha detto che il petrolio ormai c’è e pensare di bloccarlo è velleitario. E’
altrettanto inutile redigere rapporti sulla salute delle popolazioni mettendo
in correlazione tumori ed attività petrolifera perché gli effetti
dell’inquinamento ambientale si vedono soltanto dopo decenni (!?). Servono solo
maggiore attenzione, maggiore tutela ed un maggior numero di rapporti ENI.
Conclusioni:
Il prof. Civita ha ripetuto che la vera ricchezza della
val d’Agri è l’acqua e non il petrolio.
La prof. Colella ha letto un documento redatto dai relatori (sul fondo), in
cui essi dichiarano la propria disponibilità a costituire un gruppo di lavoro
che fornisca gratuitamente un supporto tecnico-scientifico per lo studio e la
protezione ambientale della valle.
Il sindaco di Viggiano, principale destinatario delle royalties,
si è impegnato a promuovere un dialogo con l’amministrazione regionale perchè
dia avvio all’attività del gruppo di lavoro ed ha dichiarato che, in assenza di
risposte, assumerà direttamente l’iniziativa.
Intervento di Albina Colella:
INDICAZIONI CONCLUSIVE SCATURITE DAI RELATORI DEL CONVEGNO
Il dibattito condotto nell’arco della mattinata ha portato alla proposizione di una serie di indirizzi operativi finalizzati alla costruzione di un percorso metodologico volto alla maggiore sostenibilità delle attività di ricerca e sfruttamento del Petrolio in Val d’Agri e in Basilicata e alla tutela delle risorse idriche autoctone di importanza strategica nazionale.
I relatori del Convegno auspicano che le istituzioni sappiano impegnarsi nella direzione di cogliere alcuni semplici obiettivi pratici sul piano tecnico-scientifico:
1) Creazione di una struttura di studio e ricerca unica che assommi i compiti di studio e controllo dello stato dell’ambiente evitando la frammentazione fra diversi enti con particolare riferimento alle risorse idriche strategiche di importanza nazionale e alle caratteristiche sismiche del territorio
2) Attraverso l’ausilio delle moderne tecniche di studio e modellazione degli acquiferi , in base anche agli studi scientifici finora eseguiti, è necessario giungere ad una quadro di dettaglio dell’idrogeologia dell’area finalizzata ad una valutazione specifica della vulnerabilità degli acquiferi e del loro rischio specifico di inquinamento in relazione alle attivita’ finora eseguite
3) Costruzione di un sistema unico di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee a supporto degli studi e indirizzato al rilevamento di nuovo “punto di bianco” relativo da cui partire per valutare gli effetti di eventuali aumenti di produzione
Appare inoltre necessario, a parere dei relatori, avviare una fase di ripensamento della normativa nazionale che sovraintende alle attività di esplorazione e sfruttamento adeguata allo stato delle conoscenze sismologiche più recenti con particolare riferimento alle faglie sismogenetiche attive, finalizzata a adeguare il livello di attenzione alla effettiva pericolosità sismica dei territori, nonché a tutelare le risorse idriche della Valle che rappresentano un patrimonio della Nazione.
Viggiano, 19 gennaio 2013
EMILIA: NO IDROCARBURI !
La provincia di
Reggio Emilia, così come il resto dell'Emilia Romagna, è nel mirino delle
Compagnie Petrolifere.
Alla ricerca di
metano e petrolio peraltro di
scarsa qualità, tra istanze in corso per ottenere i permessi di ricerca
idrocarburi e permessi già concessi, con la cittadinanza intera che
ignora il fatto che domani , un qualsiasi cittadino potrebbe ritrovarsi
la raccomandata della Compagnia Petrolifera che, - forte di leggi che
considerano il sottosuolo un bene dello STATO - invade letteralmente il nostro
territorio per installare trivelle mostruose e vasche per contenere i
fanghi usati per le perforazioni e rifiuti di certo non ecologici e di dubbio
smaltimento.
Cosa succede una
volta trovato il gas o il petrolio nei nostri terreni, vicino alle nostre case ?
Dopo le trivelle arrivano tubi e impianti per la desolforazione, (il
metano ha bisogno di essere depurato. La più dannosa tra le impurità è
senz'altro lo zolfo che bruciando produce anidride solforosa e in
presenza di umidità provoca il fenomeno delle piogge acide, responsabili di
malattie polmonari, della rovina delle piante e del deterioramento di qualsiasi
cosa sia esposto all'aria aperta) provocando altro inquinamento in un'area,
quella emiliana, che è già fortemente inquinata !
Oltre al
pericolo di incidenti irreversibili, di inquinamento
delle falde acquifere e di sversamento di idrocarburi nei campi agricoli, si
aggiunge l'aumento della subsidenza, ovvero l'abbassamento del terreno,
laddove nella bassa colpita dai violenti terremoti del 2012, anche gli impianti
di sollevamento acque di Mondine e San Siro – che ci hanno sempre salvato dagli
allagamenti nei periodi di forte pioggia (a Moglia e San Benedetto Po)
sono fuori uso e gravemente danneggiati dal sisma. In caso di piena del Po o di
Secchia ed Enza,
già ora siamo in balìa anche di questo rischio, figuriamoci se dovessimo
permettere ad una Compagnia petrolifera straniera di farci andare tutti
sott'acqua quando sappiamo che un nuovo impianto con idrovore per salvare la
bassa dagli allagamenti sarebbe un'opera faraonica e costosissima che lo STATO
ora non è
assolutamente in grado di finanziare !
Per la zona della
Val d'Enza, gli idrocarburi vengon ricercati in zone collinari soggette a
frane, laddove esistono Castelli del 1400, e fauna protetta.
A tutto questo,
aggiungiamo il rischio sismico, in una zona che ha già manifestato piu'
volte negli anni la sua sismicità in un territorio fragile e fortemente
antropizzato. Rischio sismico che potrebbe derivare – per una buona parte della
scienza non negazionista- sia dal disequilibrio causato dall'estrazione di
idrocarburi non adeguatamente compensati nel sottosuolo , sia dalla reiniezione
dei fluidi di scarto in presenza di faglie, peggio se attive ed in grado di
generare già senza la mano dell'uomo violenti terremoti !
La zona di
Correggio e limitrofe, dopo il sisma del 1996 è stata interessata da vari
fenomeni di scavernamento dei piani di campagna, visibili ad occhio nudo, e da
faglie superficiali. A dimostrazione della fragilità del territorio
reggiano.
La nostra Emilia,
famosa nel mondo per la bontà dei propri prodotti agro-alimentari, per chiese
storiche, Castelli, Rocche antiche, per il lambrusco, il parmiggiano- reggiano
dei nostri caseifici, per i paesaggi così diversi e meravigliosi, dal Po
all'Enza, dai vigneti ai pereti, subirebbe una devastazione irreparabile ed un
danno di immagine notevole. Non vogliamo diventare come la BASILICATA
!
Le nostre case, i
nostri terreni, le nostre attività subirebbero anche un deprezzamento
economico dalla presenza di una pompa estrattiva. Chi mai vorrebbe comprare
un domani una casa vicina ad una pompa petrolifera o ad un centro Oli, o vicina
ad una torcia che brucia gas giorno e notte ?
Il gioco non vale
la candela. Le quantità stimate di idrocarburi nella nostra zona sono così basse
che non migliorerebbero di una virgola il fabbisogno energetico ! Non c'è nessun
interesse nazionale da preservare se non il ritorno economico delle compagnie
petrolifere che pagano royalties (TASSE sugli idrocarburi estratti )
vergognosamente basse rispetto ai danni che causano ! E tra l'altro tasse che
finiscono nella maggior parte nelle tasche della REGIONE e in minima parte dei
COMUNI che subiscono l'impatto negativo maggiore ! Nessun cittadino avrà
benefici economici dall'estrazione di idrocarburi, nessuno di noi avrà sconti in
bolletta, non ci saranno nuovi posti di lavoro dato che il settore petrolifero
si appoggia a personale esperto e qualificato !
Laddove AGIP ed
Eni negli anni hanno già esplorato i nostri territori, già estratto quello che
si poteva e rinunciato all'estrazione estrema di quel poco rimasto, l'unico
sistema per estrarre le ultime riserve - per le quali la
terra ha già detto BASTA - sono le violente stimolazioni a base di acidi,
fratturazioni, pozzi orizzontali, spari con esplosivi nel sottosuolo, iniezioni
di acqua in pressione. Tutte attività estremamente impattanti che nulla
hanno a chè vedere con il rispetto - ancorchè minimo -
del nostro sottosuolo !
Dalla bassa
reggiana alle colline, siamo tutti coinvolti.
Noi diciamo NO.
Non vogliamo che nessuno violenti la nostra terra.
Diciamo NO a
Edison, Terracon, Po Valley, Aleanna Resources, San Leon, Hunt Oil
!!!
giovedì 17 gennaio 2013
Presentazione a frigento del libro "Trivelle d'Italia"
Domani, 18 gennaio c.a. alle ore 18, sarà presentato a Frigento il libro Trivelle
d'Italia nella sede dell'ex Palazzo De Leo.
L'incontro è promosso dal Comitato No Trivellazioni petrolifere in Irpinia - Gesualdo (AV) nell'ambito delle iniziative di sensibilizzazione
contro l'avvio delle ricerche petrolifere in Irpinia.
Vi aspettiamo numerosi.
Segue nota introduttiva.
martedì 15 gennaio 2013
Incontro a Carpignano Sesia
Divulghiamo l'invito realizzato dal Comitato DNT:
L'ora delle scelte
La Regione sta per esprimere il parere sul progetto Eni
Il territorio ha più volte e con chiarezza detto NO alle trivellazioni
La Regione sta per esprimere il parere sul progetto Eni
Il territorio ha più volte e con chiarezza detto NO alle trivellazioni
Difendiamo il nostro territorio!
Il Comitato DNT organizza un’assemblea pubblica aperta.
Parleremo:
• della recente riunione della Conferenza dei servizi
• delle prossime iniziative di mobilitazione
• della campagna “5 domande ai candidati al Parlamento”
Venerdì 18 gennaio 2013
Carpignano Sesia, Sala consiliare ore 21,15
Non mancate: dobbiamo essere tanti, dobbiamo essere uniti!
Il Comitato DNT organizza un’assemblea pubblica aperta.
Parleremo:
• della recente riunione della Conferenza dei servizi
• delle prossime iniziative di mobilitazione
• della campagna “5 domande ai candidati al Parlamento”
Venerdì 18 gennaio 2013
Carpignano Sesia, Sala consiliare ore 21,15
Non mancate: dobbiamo essere tanti, dobbiamo essere uniti!
lunedì 14 gennaio 2013
Gas: Bei e Cdp finanziano Snam
Dopo il rischio sismico, ancora la provincia di Cremona: approvata la realizzazione di una centrale di compressione del gas a 500 metri dal centro del comune di Sergnano
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