Pubblicato su il Tempo (vedi articolo originale)
Il ministro dell’Ambiente Clini: «La crisi impone nuovi modelli di
conservazione e valorizzazione delle risorse naturali». Nelle riserve
oltre 56 mila specie di animali. Faggete e querceti contribuiscono alla
lotta contro l’effetto serra.
Le risorse naturali sono il "petrolio" di un Paese, e come tale possono
essere contabilizzate perchè forniscono servizi veri e propri che vanno
dalla regimazione delle acque alla prevenzione del dissesto
idrogeologico fino all’influenza sulla circolazione atmosferica.
«La
crisi economica di impone di adottare nuovi modelli basati sulla
conservazione e la valorizzazione efficiente delle risorse naturali che
sono il nostro "petrolio"», spiega il ministro dell’Ambiente Corrado
Clini nella sua introduzione a 'Parchi nazionali: dal capitale naturale
alla contabilità ambientalè, pubblicazione che raccoglie e classifica i
dati sul patrimonio naturale dei parchi.
Il rapporto è un contributo
alla Strategia nazionale della biodiversità (2011-2020). Nel contesto
della strategia, «è stato definito un sistema di "contabilità
ambientale" nelle aree protette a partire da una ricognizione integrata e
coordinata del patrimonio naturalistico noto e presente nei nostri
parchi nazionali - aggiunge il ministro - Il risultato è di rilievo: i
parchi nazionali sono rappresentativi delle peculiari ricchezze
naturalistiche del nostro paese e il livello di conservazione e
salvaguardia naturale nei nostri parchi è concreto ed effettivo,
maggiore rispetto alle aree non tutelate». La contabilità ambientale è
un sistema che permette di rilevare, organizzare, gestire e comunicare
informazioni e dati ambientali che possono essere espressi in unità
fisiche e monetarie. Quello applicato ai parchi nazionali è il primo
passo verso l’attuazione della Strategia Nazionale per la biodiversità
con cui l’Italia si impegna ad integrare, entro il 2020, la
conservazione della biodiversità nelle politiche economiche. Il progetto
ha preso il via con la costituzione di un gruppo di lavoro formato da
rappresentanti del mondo accademico e scientifico, Federparchi, Corpo
Forestale dello Stato e del ministero dell’Ambiente allo scopo di
offrire una prima "contabilizzazione" del capitale naturale custodito
nei parchi nazionali. Questo rapporto, afferma il ministro durante la
presentazione, «è il pezzo di un lavoro in corso a livello europeo e
anche dell’Ocse. Nel merito la contabilità mette in evidenza anche
quante risorse sono disponibili ricavando così un valore di tipo
economico». Anche perché «la ricchezza del paese non si basa solo su
valori industriali ma anche sull’uso delle risorse naturali ed
energetiche». Per la prima volta in Italia, con «Parchi nazionali: dal
capitale naturale alla contabilità ambientale», viene censita la
ricchezza di piante, animali, ecosistemi, paesaggi contenuti nei 23
territori presi in esame. Ne emerge che nei parchi nazionali si trova la
maggior parte degli habitat importanti per la vita delle 56 mila specie
di animali presenti in Italia, il Paese europeo con la maggiore varietà
di specie viventi. Il 98% sono insetti e altri invertebrati; i
mammiferi sono rappresentati da ben 118 specie diverse. Tra le piante,
le foreste più significative dei parchi nazionali sono faggete e
querceti, che danno un valido contributo alla lotta contro l’effetto
serra.
sabato 23 marzo 2013
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