giovedì 21 marzo 2013

Il Coordinamento risponde a De Filippo sull'istanza "La Bicocca"


Il presidente della Giunta regionale di Basilicata Vito De Filippo, dopo che l’istanza finalizzata all’ottenimento di permesso per prospezione e ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi avanzata dalla “Delta Energy Ltd” per la concessione denominata “La Bicocca” è stata avanzata dal Ministero dello Sviluppo Economico e dallo stesso sottoposto  alla Regione Basilicata per recepirne l’intesa nei tempi prescritti dalla legge, il 19 Marzo dichiarava agli organi di stampa che “la linea resta quella della così detta ‘moratoria’; se ne facciano una ragione sia i petrolieri che chi gioca al tanto peggio tanto meglio”.
Lo stesso, al fine di rassicurare i cittadini lucani, continuava affermando a tal fine che“la Regione Basilicata ha approvato una legge con cui ha messo la parola fine a ogni ipotesi di attività estrattiva al di fuori dei territori già interessati da accordi di programma di questo tipo. Pertanto nessuna intesa di tal tipo potrà mai essere concessa per il Vulture. Lo ricordo per buona pace dei petrolieri ma anche di coloro che pur di poter gridare allo scandalo sarebbero quasi felici che le trivelle arrivassero ovunque. Ma noi non lo consentiremo”. Intesa che, tuttavia, nel rispetto della legge regionale nota come “moratoria sul petrolio”, la Regione Basilicata non concederà.
De Filippo, ribadendo la linea della cosiddetta “moratoria” definita nella L. Regionale n 16 agli inizi dello scorso Agosto 2012, dichiara inoltre che “questa sarà la linea della Regione Basilicata e se dovesse cambiare non potrei essere certo io a portarla avanti. Chi è d’accordo mi aiuti a rafforzare questa determinazione senza creare allarmismi, se qualcuno è contrario lo dica apertamente e senza infingimenti tattici, ma, purtroppo per lui, se ne faccia una ragione”.
Lo stesso Presidente ricorda che la Legge 16 in oggetto è stata impugnata dallo Stato per supposta illegittimità costituzionale e che a tutt’oggi si è in attesa della sentenza della Corte Costituzionale. Va ricordato che l’impugnazione da parte dello Stato ha rivestito da subito un profilo di carattere ritorsivo, in quanto successiva all’impugnazione da parte della Regione Basilicata dell’art. 38 della L 134 del 2012, meglio conosciuta come “Decreto Sviluppo”, che ridefinisce tempi e modalità delle concessioni, in una prospettiva di demolizione dei poteri regionali, affidando addirittura (cosa inedita ed irrituale) al presidente del consiglio dei ministri la prerogativa di esprimere la decisione sostitutiva in caso di mancato parere d’intesa.
Non sappiamo a chi voglia riferirsi il Presidente della Giunta regionale, quando se la prende anche con “coloro che pur di poter gridare allo scandalo sarebbero quasi felici che le trivelle arrivassero ovunque”,  magari continuando a giocare “al tanto peggio tanto meglio”, ma di certo non vogliamo morire di passiva ingenuità, visto che la L Regionale n 16, finchè verrà lasciata in vita - nelle more della pronunzia della Corte Costituzionale – potrà consentire solo momentaneamente di negare l'intesa. L’esercizio della cosiddetta “moratoria” e dei suoi correlati effetti mediatici potrà infatti durare nella nostra Regione fino a che non interverrà la decisiva sentenza. Certo, tutti ci auguriamo che in tal caso gli uffici legali regionali sappiano attivarsi con prontezza ed acume per contrastare l’eventualità di un esito nefasto, ma anche in tal caso tutto ciò non sarebbe sufficiente, visto che continuano ad ergersi minacciose le ombre del famigerato art. 38 del cosiddetto “Decreto Sviluppo”, a sua volta appunto impugnato dalla stessa Regione Basilicata; articolo che a sua volta trova applicazione fino a quando non si pronuncerà la Corte. E’ di tutta evidenza che siamo di fronte ad un bel garbuglio, ad un passaggio stretto condizionato da una pericolosa bozza (decaduta per poco con l’uscente governo Monti) di revisione del Tit V della Costituzione , finalizzata alla riscrittura dei poteri concorrenti Stato/Regioni in materia energetica, a totale detrimento dei poteri decentrati, in una pericolosa accelerazione della costruzione di un modello politico sostanzialmente autoritario ed irrispettoso delle esigenze e dei pareri delle popolazioni che abitano il territorio, ma anche la speranza di futuro.
Un’annotazione politica al “Governatore” lucano in ogni caso è dovuta. Qualora nel novero degli ingrati e poco comprensivi giocatori “al tanto peggio tanto meglio”, che si divertirebbero a veder disseminare il territorio di trivelle, dovessero essere comprese le associazioni ambientaliste ed i cittadini che disinteressatamente e con incommensurabile disparità di mezzi tentano di mettere un freno allo scempio petrolifero in terra ed in mare nella nostra (e in numerose altre) regione, De Filippo dovrebbe riflettere bene e ricordare che non ha mai ritenuto opportuno aprire con loro un confronto a tutto campo, né sulla possibile riscrittura del Tit V, né sulla Strategia Energetica Nazionale (SEN), tantomeno sull’individuazione di strumenti condivisi a tutela del consumo di territorio e sulle prospettive di programmazione partecipata della produzione e consumo necessari di energia da rinnovabili. Lo scorso 15 Febbraio a Potenza si è tenuto un importante convegno sul tema “Energia, Ambiente, Democrazia. Quali prospettive dopo la riscrittura del Titolo V della Costituzione?”, con la presenza qualificata del prof di Diritto Costituzionale dell’Università di Teramo Enzo Di Salvatore. Il Presidente De Filippo, così come tutti i membri della Giunta e del Consiglio Regionale, sono stati formalmente invitati a partecipare, ma nessuno di loro ha trovato il tempo di mandare almeno un messaggio, di dare un cenno in qualsivoglia direzione. Eppure dell’evento la stampa locale ha dato un certo risalto. Ma tant’è, ad essere sistematicamente ignorati dalle “nostre” istituzioni ci abbiamo fatto il callo ormai da anni. Ciò che riteniamo irritante ed insopportabile è tuttavia il perdurante utilizzo di un linguaggio trasverso, forse autoconsolatorio nella sua autoreferenziale riproduzione della “necessaria” dismetria del gioco dei ruoli politici e sociali, in cui chi “governa” ed ha potere si autolegittima come “naturale” responsabile, chi contesta ed inoltra osservazioni critiche e rimostranze va dipinto come “sfascista” irresponsabile.
Se la logica politica può ancora dirsi in qualche modo basata su criteri di logica conseguenzialità, ci verrebbe da chiedere quale potrebbe essere, oltre alle dimissioni personali di De Filippo, in caso di sentenza favorevole allo Stato da parte della Corte Costituzionale, la virata critica delle politiche energetiche (e non solo) dell’attuale compagine di governo regionale. Quali le revisioni tattiche e strategiche in materia di gestione di un conflitto obbligato creato paradossalmente dallo svuotamento progressivo ed inesorabile delle prerogative regionali voluto e votato, nei provvedimenti normativi che dal saluto trionfale dell’art 16 del Decreto per le liberalizzazioni che avrebbe finalmente accolto lo spirito e la sostanza del “Memorandum” al Decreto Sviluppo, alla SEN, alla bozza di revisione del Tit V, dagli stessi partiti che a Roma appoggiavano il governo Monti ed in Basilicata facevano di tutto per sembrare (su certi temi) in totale disaccordo.
Sappiamo che ancora una volta Lei, Governatore, farà finta di non aver letto né sentito, ma per una volta ci creda; farebbe bene ad aprire seriamente e pubblicamente il confronto sociale sui rischi insiti nell’esito delle sentenze, senza demonizzare nessuno limitandosi ad incrociare le dita, per contribuire a rendere più adulta e trasparente la società lucana, perché la battaglia per i diritti costituzionali non è confinabile e va affrontata a tutto campo e per tutto il Paese.
Potenza, 21/03/2013
Coordinamento Nazionale No Triv
Liberiamo Mare e Terre dalle Trivelle

CONTATTI: coordinamentonotri@gmail.com

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